L’opulenza delle famiglie ricche dell’Assisi di epoca romana si rispecchia nelle dimore private
La parte alta dello spazio urbano, sembra fosse destinata ai monumenti pubblici, riservando il settore digradante verso la pianura ai quartieri residenziali.
La domus del Larario è stata scoperta grazie a uno scavo nel 2001, nello spazio tra Palazzo Giampè e il Palazzo del Cardinale a seguito dei lavori per il terremoto del 1997.
Gli scavi hanno portato alla luce 13 stanze, un atrio e un peristilio, cioè un cortile, con tre colonne in laterizio, su cui si affacciavano la sala da ricevimento e la sala da soggiorno usata anche per banchettare; particolarmente importante il triclinio, ovvero la sala da pranzo, ampio ambiente pavimentato a mosaico con tessere calcaree colorate.
Eccezionale è lo stato di conservazione delle pareti: sono alte oltre 4 metri e presentano mirabili affreschi.
La domus, nella quale si distinguono almeno due fasi edilizie, fu costruita tra la seconda metà del I secolo a.C. e i primi decenni del successivo e prende il nome dal ritrovamento di una statua in terracotta di Silvano, una delle divinità protettrici della casa, solitamente ospitate in un altare domestico, detto appunto larario.